La Comunità di Masi di Vigo, anche se non è stata decretata Parrocchia negli anni scorsi, di fatto ha sempre avuto carattere molto unito e vivace, quindi uno spirito forte di identità.
Salendo da Mezzolombardo, è il primo paese sulla sinistra orografica. Nell’organizzazione pastorale, storicamente Masi di Vigo era primissaria curata dalla Pieve di Vigo d’Anaunia eretta nel 1734.
La comunità conta circa 360 abitanti, alcuni dei quali residenti nella zona di Castelletto, Rocchetta, Ceramica e Moncovo lungo la ex S.S 43 della Val di Non.
Chiesa di S. Sebastiano ai Masi
La chiesa di Masi di Vigo sorge isolata nella parte più elevata dell’abitato, in una posizione panoramica ed è volta ad oriente. Accanto il cimitero e il campanile che l’affianca con aria di protezione. L’insieme è un luogo ameno e ricco di spiritualità. Monsignor Simone Weber nel 1923 nel suo libro “Le chiese della val di Non nella storia e nell’arte” così scrive: “Benchè sia una costruzione di necessità, senza pretese di arte, pure appoggiata quasi con grazia allo sfondo cupo del monte, attrae lo sguardo del passeggero e l’occhio vi si riposa con compiacimento”. E’ intitolata ai santi Fabiano e Sebastiano ed è documentata per la prima volta negli Atti visitali del 1579 ma è sicuramente più antica. Era una piccola e semplice cappella con un unico altare e possedeva l’essenziale per la liturgia: un calice con coppa d’argento, due ampolline di terracotta, un messale vecchio, due candelieri di ferro e una campanella. Nel 1655 i Delegati del vescovo diedero il permesso di ingrandirla e di costruire il campanile. Nel 1742 la chiesa venne riedificata completamente e il vecchio edificio fu abbattuto. Solo nel 1839 ottenne il fonte battesimale e nel 1864 fu concesso il tabernacolo. Nel 1902 venne acquistata una statua della Madonna delle grazie e nel 1924 una di san Sebastiano.
Sulle pareti sono esposte le stazioni della Via Crucis in terracotta, realizzate di recente dall’artista locale Cristian Carli; purtroppo dell’antica Via Crucis del 1900 sono rimasti solo due quadri. All’interno si trova un originale quadro dipinto anche sul retro. Curiosa la provenienza: fu portato nella cappella del forte austriaco della Rocchetta da dei soldati boemi e quando la fortificazione fu demolita venne traslato dagli abitanti nella canonica di Masi. Rappresenta la Madonna che con il suo manto protegge dei soldati e il popolo.
a cura di Renata Zanini