CUNEVO – Santissimo Redentore

ll paese di Cunevo si trova sulla destra del Noce, a m. 572 s.l.m. vicino a Termon, Flavon e Denno, a 35 km da Trento.

Conta circa 590 abitanti. Storicamente era una Curazia dipendente dalla Pieve di Flavon, ed elevata a Parrocchia il 17 dicembre 1959.

Il paese di Cunevo disponeva fin dal XIII sec. di una chiesetta, dedicata a S. Lorenzo.

In essa si possono ancor oggi vedere poche vestigia degli affreschi che Giovanni Baschenis dipinse alla fine del 1400. Questi andarono pressoché completamente distrutti quando nel XVI secolo, importanti lavori di restauro ne trasformarono il primitivo carattere romanico del soffitto a capriate con una volta a crociera cordonata.

La chiesa di S. Lorenzo
Divenuta tuttavia la chiesetta troppo angusta per i bisogni della comunità, già nei primi anni del 1800 si ravvisò la necessità di un nuovo tempio la cui costruzione, iniziata nel 1858, terminò già nel 1862.

Con una solenne consacrazione ,l’11 agosto 1876 fu dedicata al S.S. Redentore.

La facciata è a due piani sormontati da un timpano triangolare. Una finestra semicircolare ,così come le altre quattro, due per ogni lato longitudinale, conferiscono all’interno una buona luminosità. Ognuna delle finestre è stata recentemente adornata con vetri policromi raffiguranti il Redentore ed altri aspetti eucaristici.

L’interno è ad unica navata con tre campate e due cappelle laterali.

Il soffitto è a botte e il presbiterio quadrangolare. L’abside è a semicerchio con volta a calotta.

Nella cappella di destra trova collocazione un altare In legno di fattura lineare con la statua dell’Immacolata nella nicchia centrale. L’altare di sinistra è in legno policromo intagliato e dorato con colonne policromate e cariche di ornamenti. Ai suoi lati, sono poste le statue di S. Lorenzo, S. Giovanni, S. Luigi e S. Antonio. La pala centrale è di Maria Helfer e rappresenta l’Arcangelo Michele che doma il maligno.

L’altare centrale è in marmo, con al centro il tabernacolo sormontato da un ciborio sorretto da due colonnine pure in marmo . Nel periodo pasquale al suo interno viene collocata una statuina del Cristo Risorto. Dietro l’altare, addossata alla parete del coro, sta la pala di Leonardo Campochiesa che rappresenta il Redentore.

Sulle pareti di destra e sinistra del presbiterio, nelle lunette sopra la porta della sacrestia e quella di fronte, sono rappresentate da Matteo Tevini nel 1939 rispettivamente, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e, di fronte, l’Annunciazione dell’ Angelo a Maria Vergine.

La volta dell’abside, sempre ad opera del Tevini, riporta un affresco rappresentante la SS. Trinità, mentre su quella del presbiterio è dipinto l’agnello circondato da quattro angeli attorno al simbolo IHS.

Al centro della volta è rappresentata in un unico tondo, l’Assunzione di Maria Vergine e S. Lorenzo in gloria

ed attorno ad essa, in altrettante lunette circolari di dimensioni più ridotte, i quattro evangelisti con evidenti i simboli che li caratterizzano.

Nelle lunette laterali, due per parete, poste sopra il cornicione che circonda tutta la navata, altri quattro affreschi rappresentano rispettivamente Santa Caterina da Siena, San Francesco d’Assisi Patroni d’Italia, San Vigilio patrono della Diocesi e Santa Teresa del Bambino Gesù.

La Chiesa, fino a quel momento semplice Curazia, venne elevata a Parrocchia nel 1959 ed al curato di allora, il sant’uomo don Pierino Paoli, fu conferita formalmente la nomina a Parroco il 15 giugno 1960.

Questi, persona molto attenta alle istanze di cambiamento che animavano i cristiani dell’epoca, e saggio osservatore delle novità che via via venivano delineate dal Concilio Vaticano II, introdusse ben presto, quasi precursore, tali novità, sia strutturali, girando la mensa verso i fedeli, che liturgiche, con letture e canti esclusivamente nella lingua parlata e non più in latino. Purtroppo, un fatale incidente stradale alle porte del paese, lo tolse prematuramente alla sua comunità il 26 luglio del 1976, ma lasciò terreno molto fertile per i parroci che gli succedettero.

Il restauro che interessò l’edificio nella seconda metà degli anni ottanta, portò all’abbattimento della cantoria eretta in fondo alla chiesa negli anni cinquanta ed al conseguente spostamento del coro nella sede attuale, presso il presbiterio, considerata più consona alla funzione del coro in quanto guida ed indirizzo dei fedeli alla partecipazione del mistero eucaristico. Venne inoltre rifatto il pavimento in piastrelle di marmo rosso e bianco e rifatte completamente sia la mensa che l’ambone, nonché le sedi, del ministro e concelebranti.

Cunevo, aprile 2014 – a cura di Fabio Dolzani