DENNO – Ss. Gervasio e Protasio (ab. 1251)
A metà strada tra Mezzolombardo e Cles sulla destra Noce si trova Denno, il più importante centro della Bassa val di Non. Conta circa 1250 abitanti.
Pieve ab immemorabili. Notizie documentate dall’anno 1248.
Collegiata nel 1284.
Sede dell’ Unità Pastorale dal 2012
Info: slm 429; cp 6 Valle di Non; cm Denno; cap 38010; km 29 da Trento – 10 da Mezzolombardo
Indirizzo: Via Ss. Gervasio e Protasio 1, 38010 Denno (TN)
NOTIZIE STORICO ARCHITETTONICHE
Pieve
Pieve deriva dal latino “plebs”: popolo.
In origine era il ” populus Christi” formato in gran parte dai poveri della plebs.
Nei primi tempi della Chiesa non c’erano parrocchie come le intendiamo noi oggi. In principio questo termine significava una diocesi intera., nella quale c’era un vescovo che esercitava il ministero liturgico, insieme al collegio degli anziani: i presbiteri.
Più tardi i membri del presbiterio divennero gli aiutanti ed i consiglieri del vescovo il quale li delegava, mediante l’imposizione delle mani, a dirigere le preghiere, a celebrare l’Eucarestia , a conferire il battesimo, a imporre le penitenze in sua assenza e talvolta a predicare.
Nel V secolo cominciarono a formarsi nelle campagne le prime entità religiose – parrocchie rurali- formate da diversi villaggi aggregati attorno ad una chiesa, al servizio della quale il vescovo nominava un presbitero. Gli uffici principali del ministero erano tuttavia esercitati soltanto dal vescovo nella cattedrale. A causa della lontananza dalla cattedrale, per comodità dei fedeli, si comincia delegare anche ai presbiteri di queste chiese la facoltà di celebrare l’Eucarestia e di erigere il fonte battesimale. Queste chiese cominciarono a chiamarsi chiese battesimali o anche “pievi”. Con lo sviluppo delle pievi, venne a formarsi attorno al pievano, detto anche arciprete, un gruppo di sacerdoti che facevano vita in comune, di qui le “collegiate”.
In seguito sorsero altre chiese dette “filiali” o curazie, tuttavia le prerogative principali quali il battesimo, i funerali , i matrimoni e le sepolture erano prerogative della “chiesa matrice” e del pievano.
Col passare degli anni anche alle “curazie”, tenute dal curato, venne concesso lo stesso diritto della “pievana”.
La Pieve di Denno
La pieve di Denno è antichissima e non si conosce l’epoca in cui venne formata.
In un documento del 1289 troviamo nominata la pieve di Denno, ciò tuttavia ci fa supporre che essa fosse stata fondata tempo prima, si ritiene che per la maggior parte delle pievi si possa ritenere la loro fondazione anteriormente all’anno mille.
La sua posizione nel centro della bassa Val di Non e la presenza di un castello (castel Enno ormai scomparso da diversi secoli), l’intitolazione ai santi Gervasio e Protasio la fa ritenere una delle più antiche della valle stessa.
Una delle prebende (rendite che spettavano di diritto ai canonici della Cattedrale di S.Vigilio) del Capitolo di Trento s’intitola “ da Denno” fin dal secolo XIII.
La chiesa dei SS.Gervasio e Protasio nel 1509 era registrata nell’elenco delle parrocchie della diocesi Tridentina e dopo quell’epoca è sempre designata come plebana, cioè con a capo un sacerdote detto Pievano, responsabile degli uffici divini imposti dalla tradizione religiosa, dal vescovo e dal diritto canonico.
Questo pievano come compenso del servizio che prestava alla pieve godeva del reddito del beneficio parrocchiale.
Struttura architettonica e arredi interni
L’attuale chiesa parrocchiale di Denno risale al secolo XVI.
L’antica chiesa plebana di Denno si trovava nello stesso luogo dell’attuale.
Verso il 1520, essendo l’antica parrocchiale insufficiente ai bisogni della cresciuta popolazione, si deliberò di abbatterla e di erigerne una nuova. Della vecchia costruzione rimane memoria nel muro dell’attuale sacrestia che conserva la base dell’antico campanile e in una pittura posta sull’arco santo del presbiterio.
La costruzione dell’edificio è stata attribuita a maestranze “comacine”, cioè provenienti dalla zona di Como, molto attive all’epoca in Trentino.
Importate scoperta durante la riconfigurazione gotica della copertura, è stato il ritrovamento sulla facciata di una scritta su malta.
La scritta riporta il nome dei costruttori e la data dell’ultimazione dei lavori 1542.
I mastri costruttori sono Rocco di Redi, Antonio figlio di Girolamo de Tosane, cugini della valle d’ Intelvi e Laino, località sul lago di Como.
L’edificio sacro è costruito in stile gotico.
L’edificazione procedette a rilento e pare venisse sospesa nell’anno della guerra rustica 1525
Nel 1537, come si legge negli Atti visitali, ( sorta di resoconto sulla situazione degli edifici di culto e della professione della fede presso i paesi del Trentino fatto da “visitatori”inviati dal principe Vescovo di Trento), la chiesa era in gran parte costruita ma mancava di avvolto.
Secondo una tradizione raccolta da Jacopo Maffei e descritta nella sua opera (”Periodici storici e topografia delle Valli di Non e Sole nel Tirolo Meridionale” stampato a Rovereto nel 1805), quattordici famiglie del paese vollero rendersi benefattrici della nuova fabbrica , ottenendo di poter collocare i propri stemmi nobiliari nell’avvolto del presbiterio e della navata principale.
Nel 1558 la chiesa fu solennemente consacrata con cinque altari, da Mariano Mano, vescovo suffraganeo del cardinal Cristoforo Madruzzo.
La chiesa sorge su un piano più elevato rispetto a quello delle costruzioni vicine. La pianta è rettangolare a croce latina, le cui braccia laterali non si protendono oltre la linea delle navate minori.
E’ orientata sulla linea che percorre il sole nell’equinozio, orientamento tipico delle chiese, il presbiterio è rivolto verso il sorgere del sole, simbolo di Cristo.
L’esterno è munito di contrafforti quadrangolari, a due piani, di pietre squadrate e terminanti in cima a piano inclinato.
I contrafforti dell’abside ,di forma triangolare, sembrano essere più elementi architettonici di ornamento che non di sostegno.
Tra i contrafforti si aprono le finestre lunghe e strette archiacute con trafori di svariato disegno, elemento tipico dell’architettura gotica . Le vetrate colorate sono del XIX secolo e furono eseguite ad Innsbbruk.
La facciata è divisa in tre campi, da pilastri in corrispondenza delle navate, uno dei quali a destra è coperto dal campanile.
Molto interessante è il portale di stile rinascimentale, simile a quello delle chiese di Flavon e di Cles.
Nel trascorrere del tempo l’edificio sacro seguì le vicissitudini del paese di Denno, fra queste i frequenti incendi; recita il Maffei :…“La Villa di Denno ha sofferti incendi terribili, e tra questi li 19 Ottobre 1751 furono vittima delle fiamme un terzo della Villa colla canonica, i registri parrocchiali, e comunali; salvossi la chiesa, ma non già il coperto; ne successe un altro di alcune case in piazza il 5 Febbraio 1770.”…
Da ciò si evince che la copertura della chiesa venne rifatta successivamente e non v’è dubbio, nello stesso stile.
Stile che resistette fino al 1836, infatti fu in quell’ anno che si ritenne necessario un intervento al tetto in seguito al quale lo storico mons. Simone Weber ebbe a scrivere nel suo libro “Le chiese della Valle di Non” :…”quello che stona è il goffo cornicione della gronda e il tetto troppo piano, che falsano il carattere dell’edificio”, opinione del resto condivisa anche dal prof: Nicolò Rasmo negli anni 70 del 900.
Trovare documentazione riguardo l’intervento ottocentesco non è stato facile, dopo ripetuti tentativi presso gli archivi pubblici , grazie alle conoscenze ed alla caparbietà di padre Frumenzio Ghetta , è stato possibile recuperare uno scritto dove l’ingegner Luigi de Eccher di “Mezzotodesco”(Mezzolombardo) descrive il vecchio tetto , presenta il progetto del nuovo e scrive: …” Quindi da primo dirò che l’attuale Coperto in forma aguzza e d’una altezza straordinaria, è senza scopo affatto, perché di superfluo contiene una selva di legname, che lo stesso abbisogna di molte riparazioni, e particolarmente dietro la copertura di tavolette di larice in gran parte fracidi, come le sottopostevi assi…. Per cui in seguito all’ordine compartitomi ho progettato un’armatura più corrispondente all’antico bensì maestoso e ben conservato edificio; semplice, forte e capace di sostenere il peso della proposta copertura di lastre di ardesia.”… Purtroppo non ci sono disegni né della chiesa né del tetto
Dopo accurato studio e predisposizione dei progetti necessari, e grazie alla caparbietà del parroco don Dario Silvello, la copertura della chiesa è stata riportata nella sua forma originale nel 2008, ed ora fa bella mostra di sé nel centro del paese.
L’interno della chiesa è a tre navate spartite da dieci pilastri ottagonali di pietra viva, su cui si svolgono le arcate.
L’abside pentagonale è la parte più accurata della chiesa, si eleva di un gradino sopra il piano dell’aula.
La volta del presbiterio, luogo un tempo riservato ai presbiteri cioè ai sacerdoti celebranti, è a reticolato con scudi recanti insegne nobiliari.
Nel 1907 tale volta venne affrescata da Giovanni Battista Chiocchetti della Val di Fiemme , che vi dipinse degli angeli, su uno sfondo azzurro cupo che negli anni 70 venne ricoperto lasciando solo le figure.
Le nervature dei costoloni dell’aula si diramano a fascio dalle colonne e da mensole alle pareti, in corrispondenza dei contrafforti esterni.
La navata centrale, più alta rispetto alle laterali reca tra gli archi le figure degli evangelisti e dei dottori della Chiesa dipinte da Francesco Giustiniani , pittore di Roma, nel 1939.
L’altare maggiore, in marmo bianco di Carrara, è opera di Adamo Tagliani di Rezzato (BS) su disegno dell’architetto Giuseppe Coletti di Verona e riprende lo stile gotico della chiesa. Esso venne costruito nel 1858 per voto nei confronti dei santi titolari. Infatti il paese di Denno venne risparmiato dal colera che nel 1851 mieté parecchie vittime nella valle..
Nel 1976 l’altar maggiore venne ridotto alle dimensioni attuali e con gli elementi recuperati si costruì l’altare verso il popolo e l’ambone.
La grande pala collocata nella navata sinistra, raffiguranti i Santi titolari , è opera di Carlo Pozzi, pittore del 1600, la cornice in legno intagliato, in stile neogotico, è lavoro di Napoleone Casati da Brescia e risale al 1858.
L’altare della Madonna, con un dipinto ad olio del XVII sec. raffigurante la Madonna dell’Aiuto (copia di quella di Lucas Kranach custodita a Innsbruch) risale al 1642 e venne eretto a cura della confraternita del Rosario. La fastosa cornice in legno policromo e dorato è opera di Giovanni Insom, intagliatore di Sanzeno del XVIII sec. L’effigie della Madonna venne solennemente incoronata il 15 agosto del 1925 . La corona, custodita nel tesoro della chiesa. è stata realizzata con gli “ori” raccolti tra la popolazione dell’epoca .
L’altare laterale destro, dedicato al S.Cuore, fu fatto costruire nel 1870 da una certa Luigia Osanna Gervasi .La pala è un’opera del XVIII sec. Tale pala venne rinvenuta nella soffitta della canonica negli anni 70 dall’allora parroco don Giovanni Calovi e, opportunamente restaurata, venne ricollocata nella specchiatura centrale dell’altare, per fare ciò fu rimossa una nicchia contenente una statua del Sacro Cuore, opera di intagliatori della Val Gardena, attualmente custodita in sacrestia.
Sul fondo dell’abside vi è l’organo a canne ultimato nel 1703, ultima opera incompiuta di Carlo Prati completata da Bonatti, organaro di Desenzano. L’organo originariamente era collocato nella cantoria ed è stato spostato alla fine degli anni 70 del 900.
Il pulpito ed il battistero sono opere di Cristoforo Bezzi, da Cusiano in Val di Sole, eseguiti nel periodo che va dal 1670 al 1675. Nel 1939 sia il pulpito che il battistero vennero “restaurati” da Carlo Verra di Ortisei , di tale Verra sono anche le cornici dei dipinti della Via Crucis., intagliate in stile neogotico.
Particolarmente interessante è il battistero di forma ottagonale , esempio unico di composizione con pitture su tela all’interno; esse rappresentano la predicazione del Battista, il battesimo di Cristo al Giordano, i santi patroni Gervasio e Protasio, il battesimo da parte di un papa di soldati romani e due vasi di fiori ornamentali.
Le tele dipinte ad olio della Via Crucis, di dimensioni notevoli, sono opera della bottega di Mattia Lampi di Romeno e risalgono alla prima metà del XVIII secolo. Interessanti sono le scritte poste in basso nelle tele dipinte, per lo più in rima , che spiegano le scene rappresentate.
Sulla cantoria, in fondo all’aula, vi sono appesi 11 dipinti della metà del XVIII sec. opere autografe di Mattia Lampi, essi rappresentano le scene del martirio dei 12 apostoli, quello di S.Pietro è andato perso perché prestato, ancora nell’800, ad un pittore locale di nome Giovanni Battista Ioris, con la motivazione che egli intendeva copiarlo. Di tale pittore esistono delle opere anche in paese.
Nel confessionale accanto all’altare del Sacro Cuore, sono custoditi numerosi oggetti preziosi di uso liturgico, raccolti nel corso dei secoli.
Particolare interessante è stata la scoperta, sul lato destro esterno del portale principale della chiesa, di una pietra con incise tre diverse unità di misura di lunghezza, in uso prima della riforma napoleonica che ha uniformato il sistema metrico decimale nel 1799.
LE ALTRE CHIESE DI DENNO
La chiesa di S. Agnese
L’ antichissima chiesetta di S. Pietro
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Bibliografia : S.Weber .La Pieve di Denno
Dal manoscritto stampato nel 1990 a cura del
Comune di Denno.
A.J.Maffei Periodici storici e topografia delle
Valli di Non e Sole nel Tirolo Meridionale
Rovereto 1805- Ristampa anastatica
A.Costa. I Vescovi di Trento
Notizie e profili. Trento 1977. Ed. diocesane
Vigilio Inama. Storia delle valli di Non e di
Sole. 1905 Ed. G.Zippel. ristampa 1984
Ricerche effettuate da Cristino Gervasi