VIGO DI TON – Santa Maria Assunta

Vigo (capoluogo del comune di Ton) si trova sulla sinistra orografica al centro della Bassa val di Non.

La comunità conta circa 698 abitanti compresa la piccola frazione di Bastianelli. Ab immemorabili Pieve antica le cui prime notizie scritte risalgono al 1242.

Menzionata nei documenti degli anni 1242-1261-1296-1309.1336 come Pieve di Tono, la chiesa fu verosimilmente oggetto di lavori nel secondo decennio del XIV secolo, allorché si registra una riunione in cui si delibera di concedere lo sfruttamento del monte Malachino anche agli abitanti di Dardine “con patto che gli stessi uomini della villa di Dardine (…) siano obbligati a mettere insieme la parte di rata a loro toccante a tutto ciò che sarà effettuato e tutti gli uomini della Pieve di Tono facessero o avessero già fatto alla chiesa di Santa Maria di Tono”. Altri importanti interventi edilizi eseguiti verso la fine del Quattrocento resero necessaria una nuova consacrazione dell’edificio, compiuta il 1 agosto 1500 da un vescovo suffraganeo di Trento. In seguito, probabilmente a causa di un incremento demografico, l’edificio si rivelò troppo piccolo e fu oggetto di ampliamento nel 1537 secondo modelli gotici ravvisabili in alcune campate interne e nelle eleganti finestre ogivali traforate che danno luce alla navata ed al presbiterio. Responsabile dei lavori fu il comacino Alessio de Frisone ricordato in una lapide inserita nel pavimento con l’iscrizione: “MAISTRO. ALUISIO. DE. FRINOSO. TAIAPREDA. HA. FATTO. QUESTA. OPERA. 1.5.4.9.”

Al termine di questi lavori la chiesa fu riconsacrata il 20 novembre 1558 dal suffraganeo Mariano Mano, vescovo di Triburiense, unitamente ai tre altari che ornavano al tempo la Fabbrica.

Il parroco di Vigo don Pietro Guardi, zio dei celebri pittori Guardi e sacerdote della parrocchia dal 1712 al 1754, si fece, promotore di una nuova fase di rinnovamento architettonico e artistico della fabbrica: nel 1719 la chiesa venne ampliata sotto la direzione dell’architetto Bernardo tacchi il Vecchio, il quale lavorò anche alla costruzione del campanile, che reca alla base ed alla sommità le data 1723 e 1728. Tali lavori, conclusisi con una nuova consacrazione nel 1742, conferirono alla chiesa i caratteri tardo barocci che ancora ne caratterizzano la mole e la pittura dei prospetti interni.

Nel 1908 il tetto, una volta più spiovente, fu ridotto alla forma attuale mediante l’innalzamento della mura esterne; in quell’occasione le vecchie scandole il larice furono sostituite da tegole a coda di castoro in cotto, che, negli anni ’70 del secolo scorso, vennero a loro volta sostituite con lamiere di zinco.

Negli anni scorsi durante la realizzazione del nuovo impianto di illuminazione furono messi in luce quattro semicolonne lapidee che possono verosimilmente essere riferite alla definizione della precedente aula e che vennero inglobate nelle attuali lesene durante i successivi ampliamenti.

Nel 2003 vennero eseguiti lavori di deumidificazione e di pavimentazione del sagrato il cui asfalto fu sostituito con lastre a correre di pietra calcarea rossa.

notizie a cura di Piero Turri