La parrocchia: solida, liquida o… processuale?

Dal 26 al 28 agosto ad Asiago si è svolto il primo incontro relativo al progetto “La Parrocchia del Triveneto: una sfida da accogliere”, organizzato dall’équipe coordinata da fratel Enzo Biemmi e sostenuta dall’ISSR di Verona e dalla Facoltà teologica del Triveneto. È l’inizio di un percorso che si snoderà in tre anni ed è sostenuto dalla CEI: un progetto di teologia pratica che approfondirà il grande tema della parrocchia in chiave missionaria. La nostra unità Pastorale ha partecipato a questa iniziativa raccontando l’esperienza che ci ha caratterizzato in questi ultimi anni.

Di seguito cosa abbiamo presentato…

DIOCESI DI TRENTO – ZONA PASTORALE VALLI DEL NOCE
UNITÀ PASTORALE “CRISTO SALVATORE”
13 parrocchie, 6326 abitanti; zona a vocazione prevalentemente agricola (bassa Val di Non); parroco: don Daniele, 38 anni. È presente un unico consiglio pastorale, composto da 13 membri; ogni parrocchia ha un proprio comitato parrocchiale.

Presenta brevemente il contesto
Nella nostra zona, già 15-20 anni fa, alcune parrocchie iniziarono a sperimentare la condivisione del parroco. A quei tempi erano presenti sul territorio: don Augusto, don Dario, don Flavio, don Luigi, don Giovanni, padre Pietro. L’aumento della scarsità numerica del clero ha generato un grande cambiamento nell’orientamento pastorale. È così che nella nostra zona nell’ottobre del 2010 c’è stata la necessità di accorpare 10 parrocchie (poi diventate 13) e far nascere l’Unità Pastorale Cristo Salvatore. Alla sua guida è arrivato don Alessio. I comitati presenti in ogni parrocchia, hanno eletto un rappresentante e si è venuto a creare così il Consiglio dell’UP, un anello di congiunzione tra le comunità e il parroco. Inizialmente non esisteva una “ricetta” per far funzionare subito le cose, e non è stato semplice staccarsi dal proprio campanile per intraprendere un cammino basato sulla cooperazione. Con il passare del tempo è stato sempre più chiaro che solo con la condivisione delle risorse sarebbe stato possibile crescere e andare avanti. La stretta collaborazione tra il parroco e il consiglio dell’UP e la collaborazione tra il consiglio e i comitati nelle varie parrocchie, ha generato negli anni un senso di coinvolgimento diretto delle comunità. Le ministerialità comuni a tutte le parrocchie, piano piano, hanno iniziato a lavorare in sinergia: sono nati i gruppi di catechesi “allargati” (i bambini hanno iniziato a spostarsi), i ministri straordinari della comunione si sono aggregati, i responsabili dell’amministrazione e della contabilità hanno iniziato a collaborare, si è passati in alcuni casi dalla presenza di un solo sacrestano ad un gruppo di sacrestani. Nel tempo sono stati creati vari momenti di aggregazione per promuovere la gioia di incontrarsi tra persone come: la gita in montagna, l’UP in cammino, il pellegrinaggio a cadenza annuale. E non ultimi i momenti di celebrazioni comuni a tutta l’UP, come la Via Crucis dell’UP, l’adorazione mensile, la messa di S, Cecilia, la Festa di San Giovanni Bosco. Al tempo stesso però non sono mancate le difficoltà. Pur potendo contare su un gruppo di collaboratori (don Flavio, padre Roberto, i frati di Mezzolombardo, don Benvenuto, don Luigi, don Enrico, saltuariamente padre Giacinto e don Oliviero) don Alessio ha dovuto ridurre il numero delle celebrazioni nelle varie parrocchie. Non sempre è stato facile trovare l’intesa e la capacità di rinunciare ad una celebrazione, o adattarsi al cambiamento di orario della Santa messa. La gente ha fatto fatica a interiorizzare che sempre più era necessario doversi spostare per partecipare alle celebrazioni. Con il passare degli anni è diminuito gradualmente il numero di persone disponibili a dedicare il proprio tempo per le varie ministerialità. La partecipazione attiva della comunità si è molto ridotta. Nel settembre del 2019 la nostra UP ha dovuto salutare don Alessio. In bicicletta da Cles è arrivato don Daniele che nel primo periodo del suo mandato ha preso visione di quanto costruito in questi anni e, in collaborazione con il consiglio, ha iniziato a progettare un programma di lavoro finalizzato al coinvolgimento attivo di tutti i gruppi presenti sul territorio, per creare una comunità attiva a 360°. A pochi mesi dal suo arrivo è successo…
Oggi
Nell’ultimo anno e mezzo sono stati tanti i cambiamenti che hanno modificato le nostre abitudini. L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha pesantemente influito sulla partecipazione di ognuno di noi alla vita delle nostre comunità, ma in realtà, già con l’arrivo di don Daniele a settembre 2019 c’è stato un avvicendamento tra le persone attive nelle parrocchie, qualcuno si è avvicinato, mentre altri hanno colto l’occasione per eclissarsi. In seguito, le forti limitazioni nella possibilità di incontrarsi, la paura dei contagi, le disposizioni per la partecipazione a celebrazioni e momenti di preghiera, hanno fatto il resto. Tutte le parrocchie si sono trovate con nuove fatiche da affrontare e non sempre si è riusciti a farci fronte. Se pensiamo in particolare al momento di incontro e condivisione per eccellenza per un cristiano, ovvero la messa, è stato vertiginoso il calo di partecipazione, sia numerica che qualitativa. Una celebrazione non è un semplice servizio erogato dal sacerdote, che arriva con la sua borsa degli attrezzi per permetterci di assolvere un precetto, ha bisogno di tante figure appassionate, sacrestani, chierichetti, lettori, ministri della liturgia e dell’eucarestia, cori, organisti, persone che curano la chiesa, si occupano di pulizie, fiori e tovaglie, ma necessita, soprattutto, di un’assemblea celebrante, che risponde, prega e vive la propria fede. É da qui che nasce il desiderio del consiglio dell’Unità Pastorale di utilizzare questo momento di “sospensione” per prendere consapevolezza di forze e fragilità per trovare insieme un modo nuovo per ripartire. Ai comitati sono state proposte alcune domande per capire quanta farina e quanto olio ci è rimasto e soprattutto come pensiamo sia importante utilizzarlo, abbiamo coraggio e fiducia sufficienti per condividerlo? Questo lavoro è servito per capire dove siamo e dove vogliamo andare. Accompagnati dal racconto di Elia e la vedova di Sarepta ecco le domande su cui riflettere:
• “non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio”. Quali sono le risorse che abbiamo nella nostra comunità cristiana? Che cosa di bello possiamo condividere?
• “Per favore, prendimi anche un pezzo di pane”. Di che cosa ha bisogno la nostra comunità cristiana? Quali fatiche sta vivendo?

Racconta cosa è avvenuto: come, dove, e cosa avete provato a fare nella situazione della pandemia? (sul dove si intendono i luoghi delle attività: casa, chiesa, strade, ecc.)
ADULTI
– è stato proposto il gruppo della Parola fino a fine aprile, dove si legge un brano del vangelo e si medita e si risponde ad alcune domande. Ognuno è libero di esprimere quello che sente
– Con la prima apertura, abbiamo ripreso le celebrazioni con tutti i protocolli. Inizialmente solo la messa feriale nelle parrocchie più piccole, poi quelle festive
– Durante l’estate 2020 abbiamo continuato la proposta delle sere del Piccolo Principe online e il gruppo della Parola in presenza nel giardino della canonica
– Poi in novembre, con la programmazione delle comunioni già avviate, ci siamo fermati per la seconda ondata
– Nel lockdown anche il nostro consiglio, (13 consiglieri per le 13 parrocchie), si è incontrato su come procedere per la ripresa così difficoltosa, ogni 15gg, perché c’era sempre qualcosa da affrontare
– Con la seconda chiusura di novembre tutte queste attività hanno proseguito
– In gennaio 2021 ci siamo fermati per un lavoro di ascolto e ripensamento di quanto stava accadendo. Abbiamo creato alcuni incontri nelle 4 zone dell’up a partire da Elia e la vedova di Sidone, per tutti gli operatori, per capire il futuro: le domande erano rivolte prima ai comitati (abbiamo raccolto il pensiero di ogni comitato, cfr. domande prima esposte). Da qui gli incontri si sono allargati con tutti gli operatori pastorali (cori, ministri…)
– A fonte di una partecipazione media, sono uscite cose interessanti; c’è stata qualche critica, alcune considerazioni importanti, rispetto alle scelte liturgiche e pastorali
LITURGIA
– Abbiamo scelto infatti di seguire l’esperimento della val di Fiemme, per quanto riguarda i funerali, ossia di celebrare solo la liturgia della Parola, perché in alcune comunità non c’era nessuno che aiutava il parroco (alcune chiese non avevano sacrestano, chi cantava, chi recitava il rosario…)
– Le famiglie dei defunti hanno accettato la proposta, non dappertutto è stata accolta invece dal resto della popolazione.
– Nella scelta della liturgia della parola, l’abbiamo curata bene: abbiamo scelto per tutti di non fare l’elogio funebre, ma di mettere l’elogio nelle preghiere dei fedeli. Chiediamo ai parenti le letture che vogliono siano proposte nel funerale e poi di scrivere le preghiere dei fedeli al posto dell’elogio funebre. 8 su 10 le preparano: da sistemare, ma sono frutto del loro pensiero. Raramente riescono a scegliere le letture
– Nella morte di una bambina abbiamo pregato online per una bambina
– A livello di celebrazioni, abbiamo celebrato il primo giovedì l’adorazione per le vocazioni, i tridui pasquali in modo che le comunità fossero coperte a zone, istituendo l’animatore liturgico perché ogni comunità si occupi dell’animazione liturgica: in questo modo ogni comunità sceglie chi legge, chi prepara, ecc. La figura dell’animatore liturgico ha rappresentato la novità della primavera e ora quasi tutte le comunità lo hanno. È un nuovo ministero affinché tutto sia organizzato per la celebrazione
– Due signore del gruppo della parola preparano le preghiere dei fedeli per tutte e 13 le comunità, poi le preghiere sono inoltrate a questi animatori liturgici
– Le preghiere dei fedeli facciamo in modo che vengano lette dalle persone di un’altra comunità, di un’altra parrocchia. C’è un calendario dei lettori interno alla comunità, ma la preghiera dei fedeli la affidiamo ad una persona di un’altra parrocchia, per far sì che il coinvolgimento di UP parta dalle celebrazioni. Così da rendere più chiara la collaborazione tra le parrocchie
– A Natale ci siamo preparati con i vespri maggiori, sette sere di preghiera a Denno per tutta l’UP, coinvolti i giovani che cantavano, la gente veniva dai paesi, sia in presenza che online

CATECHESI
– Prima del covid eravamo in un momento particolare, volevamo cambiare la modalità delle prime comunioni, cercando l’essenziale, tornando a togliere ciò che era di più
– In marzo 2020 siamo passati dal vedere sempre i ragazzi al niente, senza incontro, per noi fondamentale, avevamo anche la merenda!
– All’inizio mandavamo dei lavoretti da fare sui gruppi whatsapp; l’idea di usare la radio dell’Unità pastorale (raggiungile via web) per la catechesi è stata di una mamma. “Perché non usare il telefono per qualcosa di utile?”. Un incontro alla settimana con la lettura del Piccolo Principe, il vangelo, dove i bambini potevano parlare con don Daniele. Era un appuntamento che tutti, chiusi in casa, si aspettava volentieri, per ascoltare il vangelo e i bambini che riflettevano a casa con l’aiuto dei genitori, il sabato pomeriggio
– Poi è stato spostato al venerdì, dopo le riaperture di maggio; durante il mese di maggio si è aggiunta anche la recita del rosario con le famiglie: alle 18 una famiglia a turno recitava in collegamento con don Daniele. È stato un bel lavoro trovare le famiglie
– Questo appuntamento è continuato con i giovani tutta l’estate, in chiesa, con giochi di cruciverba, le storie dei santi, giochi a sfondo di fede, sempre via radio, tutte le settimane, dei bambini si preparavano la canzone e cantavano per tutti
– In estate 2020 volevamo organizzare un momento per tutti, ma non ce l’abbiamo fatta, perché mancava lo spazio sufficiente
– In ottobre 2020 si voleva riprendere la catechesi, ma non si è potuto
– Poi la seconda ondata. Prime comunioni fissate… e subito annullate! Allora abbiamo proposto tre serate il mercoledì sera, una catechesi per i bambini, sempre a partire dalla lettura del vangelo. Lo studio di trasmissione si è spostato dalla chiesa in canonica, con due catechiste, a turni, per proporre la puntata alla radio
– Anche se la Prima comunione non è stata celebrata, la catechesi via radio è continuata, abbiamo chiesto chi se la sentiva di andare avanti ed è nato un appuntamento il mercoledì per le elementari e il venerdì per le medie
– Abbiamo raccolto un diario di bordo con tutti i pensieri dei ragazzi, visibili sul sito dell’UP
– I ragazzi rispondevano a queste domande: quale bella notizia da questo Vangelo? Quale volto di Dio? cosa insegna questo vangelo alla mia vita?
– Il 26 maggio 2021 abbiamo proposto l’ultimo incontro online
– Durante il Natale la Novena, organizzata da alcune mamme, è stata trasmessa online, con i lavoretti, tutorial sul sito, scenetta per la notte di Natale, tutto a cura delle mamme
– In quaresima, si è proposta una via crucis “itinerante”, nelle chiese più grandi, a formato di bambino, per le famiglie; ogni sera veniva valorizzato un personaggio della via crucis
– i catechisti del luogo cercavano i lettori, mentre il consiglio pastorale si occupava della sicurezza
– Per maggio, lo stesso con il rosario itinerante, con cinque celebrazioni del rosario nei punti principali dell’UP, con l’aiuto delle mamme e del consiglio pastorale
– Il programma della catechesi è stato molto essenziale e ha ripercorso la storia di Gesù dall’annunciazione alle pentecoste, seguendo l’anno liturgico
– Dopo pasqua, in ogni sera della diretta radio veniva proposta una testimonianza: una coppia di sposi, frate, don Daniele, catechista, per dire come si vive la vita cristiana
– Anche durante il rosario, le testimonianze sono state importanti: ogni rosario aveva la testimonianza di una persona che è sul territorio e racconta la propria vita: es perché la capocoro dirige il coro? Ha raccontato come ha incontrato Gesù, è stato molto bello
GIOVANI
– Con i giovani delle parrocchie è un po’ ferma la situazione. Con il lockdown il gruppo giovani è un po’ morto perché erano stanchi della scuola online
– Abbiamo rilanciato un grest nuovo, cercando di coinvolgere tutti i paesi, non solo Denno, che è il paese più grande. Prima era delegato ai giovani, che poi lasciavano per colpa dell’università. Il gruppo degli animatori quindi non c’era più
– A partire dalla messa di san Giovanni Bosco, sull’esperienza di Cles, le mamme sono state invitate a dare un contributo maggiore nell’organizzare e provare a costruire con i giovani la parte dell’animazione. La parte logistica è data agli adulti, i ragazzi sono chiamati ad affiancarli. L’oratorio è di tutti, non solo dei giovani
– Chiedendo alle mamme di tutti i paesi, vanno avanti loro, molto entusiaste, con un’unica proposta di laboratori; prima mancava la manualità, sia ai bambini che ai ragazzi
– I ragazzi hanno preparato un tutorial di lancio del grest
– A livello di zona pastorale c’è una segreteria di pastorale giovanile di zona, che ha organizzato un pomeriggio per animatori, anche dell’UP
– Il gruppo di Denno è sostenuto dalla zona, con gli oratori protagonisti nel progettare la proposta. Il prendersi cura è il tema dell’anno
CARITAS
– Arrivava gente in canonica a bussare per chiedere aiuto, ma non era una richiesta significativa. Durante il lockdown i bisogni della gente del paese sono aumentati Abbiamo chiesto aiuto al Cedas di Mezzolombardo e ci siamo mossi per una sede del Cedas anche a Denno. Abbiamo organizzato il percorso con Cristian Gatti, referente diocesano per la formazione dei volontari Caritas.
– Abbiamo dato un colpo d’ala ai consigli per gli affari economici. Abbiamo cercato una visione economica unitaria dell’UP, superando la visione del singolo consiglio parrocchiale che pensa per sé. Abbiamo deciso di autotassarci donando l’1,5% dei soldi presenti sul conto corrente per il fondo dell’azienda sanitaria per sostenere le spese legate al Covid. È stato un segno, perché dopo questa scelta abbiamo creato un fondo di solidarietà tra le 13 parrocchie, dove ogni parrocchia versa una parte. A partire da questo inizio, tutti hanno dato in maniera uguale e questo ha permesso di realizzare un passo concreto nel pensare insieme
– Tra gli affari economici è nata la disponibilità per le persone per un servizio per tutta l’UP: uno per tutto segue la ricarica e l’acquisto degli estintori, un altro le assicurazioni delle parrocchie. Insomma, una persona per tutte segue un ambito per tutte le parrocchie. Anche questa è una novità di questi ultimi mesi. Così anche per la consegna della posta
– Così il gruppo di volontari per l’apertura in sicurezza per le chiese girava per tutte le chiese all’inizio della riapertura

Quali resistenze avete incontrato e quali sorprese avete avuto?
– Le resistenze sono sempre le stesse: “abbiamo sempre fatto così”. È sempre difficile motivare e spiegare
– La catechesi alla radio è stata una catechesi famigliare, non solo per i bambini. Si vede che nelle domande e nelle risposte c’è la famiglia, è stata un grande passo
– Per le prime comunioni… è stato molto faticose, nella scelta d’urto: i problemi più grossi le hanno date le famiglie che non ci sono. Abbiamo proposto la celebrazione a piccoli gruppi, per una scelta più sobria. Chi è sempre venuto a messa si è adeguato, è stata una cosa naturale, hanno capito, chi non c’era prima, ha fatto resistenza. Perché chiedevano poco impegno, sia prima che dopo. Questo è passo invece è stato impegnativo
– La resistenza c’è stata quindi nei sacramenti
– È andata meglio con le cresime: probabilmente è stata una questione di tempo: hanno avuto per la cresima una settimana di tempo per pensarci, c’era il vescovo, c’era poco da discutere
– A me è piaciuta una bimba che desiderava la comunione, era raggiante, l’ha desiderata tantissimo, anche nelle messe subito prima, guardava cosa accadeva, l’ha vissuta bene, ti dà soddisfazione, c’è qualcuno che si è preparato e sta vivendo il sacramento in modo importante
– Resistenze: abbiamo cercato di mantenere le regole della sicurezza, ma altri altrove non l’hanno fatto. All’inizio è stato pesante il confronto, alcuni così hanno ceduto, si creano quei dissapori
– Il problema ora è dei funerali: abbiamo evitato che uno entrasse solo per le condoglianze, così può entrare solo chi si ferma. Questo ha creato tensioni. Per motivo delle chiese piccole, perché in alcune parrocchie non c’è passaggio possibile
– La radio ha creato molta partecipazione
– Una fatica sulla catechesi: hanno partecipato alla catechesi un decimo dei bambini. Con l’eccezione degli incontri per la prima comunione: 40 famiglie su 75.
– All’inizio del lockdown erano un terzo, poi sono sfumati. Sono rimaste le famiglie che l’hanno scelto, mentre nel lockdown non avevano nulla e si collegavano. Nel tornare nella vita frenetica, si sono nuovamente allontanati
– Abbiamo in media 46 collegamenti alla radio per ogni diretta. Quindi ca 70-80 su 450 bambini iscritti alla catechesi
– La catechista più esperta ha notato che ultimamente le domande erano proprio semplici da bambini, senza l’adulto. Gli adulti alla lunga hanno un po’ lasciato
– Di positivo il lockdown ha fatto sì che non c’era altro e chi ha fatto l’esperienza poi qualcosa ha riscoperto
– Chi partecipa adesso lo fa per scelta, non più per tradizione
– Sono apparse persone nuove, sono scomparse persone prima attive. È stata una scusa per togliersi dagli impegni
– Una presenza di quelle famiglie che ordinariamente vivono la celebrazione. Nella catechesi, nella liturgia, nella disponibilità sono sempre le stesse famiglie.

a questo link gli articoli di fratel Biemmi in considerazione all’incontro svolto